Il giro delle Terre dei Trabocchi in sei castelli

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Castello di Roccascalegna

L’Abruzzo ha una tradizione importante legata ai castelli medievali, purtroppo nel corso dei secoli buona parte dei cosiddetti “Forti” è andata distrutta. Nelle Terre dei Trabocchi, la sola contea di Monteodorisio ne poteva vantare tredici.
Oggi in tutto l’Abruzzo se ne contano 176 (inclusi ruderi), di cui 30 nella provincia di Chieti e una decina nelle Terre dei Trabocchi. In un itinerario che tocca sia la costa che l’entroterra, abbiamo deciso di raccontare la storia di sei castelli, quelli più rappresentativi (e “integri”) del territorio. 

Castello di Palmoli

Il Castello Marchesale di Palmoli
Sulla sommità di un colle isolato, Palmoli si distingue da lontano per il suo Castello, che domina quasi spavaldo la parte più alta della rocca, attorno alla quale si sviluppa il borgo.

Il Castello Marchesale, costruito intorno all’anno 1000, è uno degli edifici più rilevanti ed espressivi del territorio, considerato dal 1928 monumento nazionale.
La struttura è composta dalle mura difensive e da un torrione a pianta dodecagonale e ingloba il Palazzo Marchesale (del XV sec.) con l’annessa cappella di San Carlo (XVIII sec.). Il Castello dal 1978 è sede del Museo della Civiltà Contadina, un’interessante collezione di oggetti della cultura contadina locale, un vero e proprio luogo della memoria dedicato all’uomo e al suo lavoro, con una mostra permanente sugli attrezzi usati dai braccianti nei campi, indumenti e altri utensili di uso quotidiano. 

Castello di CasoliIl Castello Ducale di Casoli
La vista della quale si può godere dalla torre del Castello Ducale di Casoli lascia davvero senza fiato. Lo sguardo si allunga sul medio e alto Sangro, abbraccia l’Aventino e scorge persino un tratto di mare, con la Majella che ti osserva da vicino. 

Non ci sono fonti certe che ci possano far capire l’esatta epoca di costruzione dell’imponente Castello Ducale che si erge in tutto il suo splendore nella parte più alta del borgo. Secondo alcuni, il “forte” attuale risalirebbe al XV secolo, tuttavia le fondamenta sono state realizzate su una struttura preesistente.
Il castello è stato storicamente teatro di importanti avvenimenti: proprio in una delle sue stanze, durante l’ultimo conflitto mondiale, si mise a punto la strategia del gruppo partigiano della Brigata Majella, che contribuì alla liberazione dell’Italia dall’occupazione tedesca. Ma il nome del castello è legato anche a quello di Gabriele D’Annunzio, assiduo frequentatore di quelle stanze, dove amava appuntare sul muro – la sua vita, i suoi pensieri e le sue emozioni. Ancora oggi quelle scritte sono visibili sulle pareti di una stanza del castello.

Castello di Ortona

Il Castello Aragonese di Ortona
Costruito nel XV secolo a strapiombo sul mare, domina il promontorio di Ortona conosciuto come “la Pizzuta”. 

Nel corso dei secoli il castello è stato sottoposto a diversi lavori di ristrutturazione. Originariamente aveva una pianta trapezoidale con i torrioni cilindrici, altamente scarpati agli angoli, secondo lo schema aragonese diffuso in tutto il sud. L’unico ingresso al forte, ad arco a tutto sesto e del tutto privo di elementi decorativi, è posto a circa metà altezza della torre sud-ovest. Il lato occidentale si presenta ricurvo, mentre quello orientale si affaccia sul porto. La cinta muraria è formata da pietre squadrate, ciottoli e mattoni. Durante l’ultimo conflitto mondiale, il castello ha subito considerevoli danni dovuti ai bombardamenti e, nel 1946, a causa di una frana, ha perso buona parte delle mura di nord-ovest. Delle quattro torri originarie, oggi ne restano solo tre.
Nel 2009, dopo un lungo lavoro di restauro, mirato al rifacimento delle mura e alla ristrutturazione del giardino e dei suoi percorsi, è stato finalmente riaperto al pubblico. 

castello di Monteodorisio

Il Castello Medievale Monteodorisio
Le prime testimonianze della Contea di Monteodorisio, che un tempo ostentava 13 castelli, risalgono al 993 d.C. quando il feudo era controllato dal conte dei Marsi, Oderisio.

Sulla parte più alta del borgo, si incontra il maestoso e panoramico Castello, risalente al XV secolo: l’impianto originale aveva una pianta rettangolare e quattro torri angolari di forma circolare. Il castello è stato riconvertito a residenza signorile a partire dal XVII, quando diverse famiglie aristocratiche, tra le quali i d’Avalos di Vasto, si alternarono nella proprietà.
Della struttura possiamo ancora ammirare il corpo di fabbrica sul lato minore sud-est e i relativi tre torrioni angolari, congiunti da mura merlate. Dalla torre ovest, quella che si è conservata meglio nel corso dei secoli, si può ammirare un panorama mozzafiato che va dalla Majella al Gran Sasso fino al mare e alle Isole Tremiti. 
Il Castello ospita al suo interno il Museo per l’Arte e l’Archeologia del Vastese.

Castello di Roccascalegna

Il Castello di Roccascalegna
Realizzato intorno all’XI–XII secolo, è il risultato della riconversione di un’antica torre longobarda. Il Castello è aggrappato a uno sperone roccioso, in posizione dominante sul borgo di Roccascalegna. Nel corso dei secoli è stato oggetto di diversi lavori, e dopo i restauri realizzati negli ultimi anni del ‘900, il castello è nuovamente aperto al pubblico.

Intorno al Castello aleggia da sempre una leggenda, quella dello ”Jus Primae Noctis”, tradizione medievale ripristinata nel 1646 dal Barone Corvo De Corvis, secondo la quale ogni novella sposa del Feudo era costretta a passare la prima notte da “maritata” col “signorotto” locale. Tuttavia pare che un marito geloso, abbia messo fine a questo rituale: travestitosi da sposa e presentatosi al cospetto del signorotto, lo avrebbe accoltellato nel letto. Leggenda che nel castello ha lasciato un segno “visibile”: si narra che il Barone morente abbia poggiato una mano insanguinata sulla torre d’ingresso, lasciandovi un’impronta indelebile che, secondo le storie degli anziani del paese, ricomparirebbe di continuo, anche lavandola via.

Castello di VastoIl Castello Caldoresco di Vasto
Anche se non è possibile entrarvi (la struttura è privata), l’imponente Castello Caldoresco merita comunque una visita, seppur solo dall’esterno.
La storia del “forte” è strettamente legata a quella di Giacomo Caldora, capitano di ventura che nel 1439 conquistò la città di Vasto, e provvide alla sua fortificazione con il rinnovamento della cinta muraria.
Il Castello fu realizzato su una precedente costruzione eretta a sua volta sulle strutture murarie che costituivano l’entrata all’antico anfiteatro romano di Histonium. L’edificio originario aveva probabilmente una pianta rettangolare, come l’attuale, ma più piccola. Nel 1439 il forte fu rinforzato da grandi bastioni angolari e da spesse cortine murarie. Nel corso dei secoli, il castello è stato più volte “rimaneggiato” dai d’Avalos, rispettando le primitive linee architettoniche e conferendo all’edificio una certa continuità fino al 1816, anno ricordato negli annali come l’inizio di un inesorabile stravolgimento dell’intero fabbricato: furono realizzate nuove costruzioni di tutt’altro stile che gradualmente si andarono a legare al nucleo iniziale.
Oggi il forte si presenta come un monumento “palinsesto”, con i bastioni aragonesi che avvolgono il precedente nucleo angioino e con aggiunte e sopraelevazioni esterne, iniziate a partire dal XVIII secolo, che hanno via via privato la struttura del suo originario aspetto militare, per adattarlo a un uso prettamente residenziale.

[Crediti | Immagini: Carmelita Cianci, Trignosinelloturismo.it, Antonio Fragassi (Flickr)]

 

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