Le “’Ndrocchie” di Cupello, ecco la ricetta perfetta

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Persino un vecchio ombrello, ormai malconcio e abbandonato in cantina, può essere utile. Per cosa?
Per preparare una pasta fatta in casa davvero speciale, le ‘ndrocchie.
La rivelazione della signora Maria, che incontro in un piovoso pomeriggio di fine ottobre a Cupello, paese rinomato per il carciofo, mi lascia inizialmente perplessa, ma poi capisco.

Le “‘Ndrocchie”, che ricordano per certi versi i fusilli o gli strozzapreti, si preparano con l’ausilio di un sottile e spigoloso ferretto estratto da un comune ombrello.

Quello che mi mostra la signora, è davvero d’epoca. L’ha ereditato da sua nonna e lo custodisce gelosamente, perché «ha un valore affettivo inestimabile».

Mi racconta, che a Cupello, questa pasta ha una tradizione antichissima.
Lei ha imparato da giovanissima, e fino a qualche tempo fa preparava le ‘ndrocchie anche per la sagra che si svolge ogni anno a metà agosto.
Il procedimento è abbastanza lungo, perché ogni singolo pezzetto di pasta è lavorato, inciso e forato con il ferretto.

La consistenza dell’impasto è fondamentale, perché se eccessivamente morbido, il ferro rischia di attaccarsi e compromettere il risultato finale.
La manualità ha un ruolo rilevante in questo tipo di preparazione, tuttavia anche scegliere gli ingredienti giusti è importante, a cominciare dalla farina. La signora Maria ne consiglia una macinata più volte, dalla consistenza fine e setosa.

Ma vediamo come si fanno le ‘ndrocchie.

Ingredienti:

– farina di grano tenero 00 1 kg
– sale un pizzico
– olio evo 2 cucchiai
– uova 1
– acqua ½ litro

Su una spianatoia versiamo a fontana la farina, e aggiungiamo, in successione, un pizzico di sale, due cucchiai di olio extravergine d’oliva e un uovo.

Mescoliamo il tutto aiutandoci con una forchetta e gradualmente andiamo a versare dell’acqua tiepida, amalgamando per bene il composto. Lavoriamo l’impasto per una decina di minuti, e raggiunta la consistenza ottimale lo lasciamo riposare sotto un panno per mezz’ora.

Procediamo quindi, tirando più volte la pasta (non troppo sottile, lo spessore deve essere intorno ai 3-4 mm) con la macchinetta.

Tagliamo a listarelle, e poi in tanti piccoli quadratini uguali.

A questo punto, entra in scena il ferretto: lo adagiamo, facendo una leggera pressione su un quadratino di pasta che chiudiamo alle estremità, e con un movimento netto ed energico andiamo a spingerlo indietro e poi in avanti.

In questo modo la pasta, arrotolata intorno al ferro si allunga e si ottiene la caratteristica fessura che contraddistingue le ‘ndrocchie.

Faremo riposare il tutto, su un vassoio infarinato, soltanto qualche minuto, perché è necessario che l’impasto non diventi secco, quindi andremo a cuocere in abbondate e bollente acqua salata.

Condiremo le nostre ‘ndrocchie, con un ragù misto di carne, come tradizione cupellese vuole.

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[Crediti | Link: trignosinelloturismo.it. Immagini e video: Carmelita Cianci]

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2 Responses to " Le “’Ndrocchie” di Cupello, ecco la ricetta perfetta "

  1. Sabrina ha detto:

    Nella ricetta,tra gli ingredienti leggo “farina di grano tenero 00” ma dalle foto vedo che e’ stata usata la rimacinata di grano duro , come mai?

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