Heartland, tra tende yurta, agricoltura biologica e turismo sostenibile in Abruzzo

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Yurta in AbruzzoTorricella Peligna, borgo sul versante orientale della Maiella, lega il suo nome a quello dello scrittore italoamericano John Fante, il figlio di Nick ovvero “quell’orgoglioso primo scalpellino d’America” che all’inizio del secolo scorso emigrò in cerca di fortuna nel Nuovo Mondo.
La storia di Nick Fante, ieri come oggi, è la storia di tanti emigranti che continuano a lasciare il Bel Paese, l’Abruzzo e i piccoli borghi dell’entroterra come Torricella, paesini che negli ultimi cinquant’anni hanno visto calare sensibilmente la presenza dei residenti, soprattutto nelle aree rurali circostanti.
Torricella Peligna
Tuttavia si assiste anche ad un altro fenomeno, quello di molti stranieri, soprattutto anglosassoni, che scelgono di trasferirsi in Abruzzo e “ripopolare” luoghi e località fuori dalle solite rotte turistiche. Ne avevamo già parlato con la storia di Stewart Holland, quella di Derek e Susanne e altre ancora, inglesi in pensione alla ricerca di un “posto al sole” (“A Place in the Sun”) dove poter ricominciare una nuova vita.

Nitsan Morag
Anche Torricella Peligna non fa eccezione, ma qui c’è un’altra storia da raccontare, quella di Nitsan Morag e dell’associazione “Heartland”, un progetto di “turismo sostenibile” nato qualche anno fa.

Contrada La DifesaSiamo in Contrada La Difesa, a circa 500 metri di altitudine, località isolata immersa in una vegetazione boschiva rigogliosa, in uno scenario paesaggistico che ci regala un colpo d’occhio esclusivo sulla Maiella.  
Nitsan, che nella vita di mestiere fa il costruttore di “glamping” per una società inglese, si è trasferito in Abruzzo dal Galles nel 2015 e ha dato vita, insieme ad altri soci, all’associazione “Heartland”, creata per il rilancio rurale di aree abbandonate.

Nitsan MoragMi racconta: “Ero alla ricerca di uno spazio verde in Europa, un luogo dove poter avere un rapporto privilegiato con la natura e sviluppare un modello di turismo sostenibile incentrato sul glamping. Sono rimasto colpito dalla bellezza primitiva del paesaggio abruzzese, così  incontaminato, autentico e poco conosciuto.”
Maiella
L’area circostante Contrada La Difesa, che fino a venti anni fa era popolata da almeno una quarantina di famiglie, è attualmente disabitata. Il terreno rilevato (dodici ettari), dove un tempo c’era una fattoria, è rimasto abbandonato e incolto per oltre cinquant’anni.
“Il Comune di Torricella Peligna mi ha dato una mano per rendere il sito accessibile attraverso una strada sterrata e anche le persone del posto sono state sempre disponibili.”

Yurta
Ma veniamo al “glamping”. Il termine deriva dall’espressione “glamorous camping”: non si dorme solo in tenda, ma anche in case di legno, case mobili, capanne. Il sacco a pelo è solitamente sostituito da tutta una serie di comfort, come il letto e la doccia.
La soluzione del “glamping” come alloggio in Italia è ancora poco diffusa, mentre all’estero è una realtà consolidata e una forma di turismo sostenibile.
Nel progetto di Nitsan e soci, le tende prese in considerazione sono quelle di yurta: un’abitazione mobile adottata da diversi popoli nomadi asiatici.

YurtaInterno yurta
L’idea è quella di replicare una “tenda zodiaco”, una grande yurta di corte risalente al XVI secolo, quella di un imperatore mongolo che, ispirandosi al cielo e alle sue costellazioni, aveva fatto realizzare un “campo” che riproducesse la sfera celeste e le dodici costellazioni dello zodiaco.

Interno Yurta
“Anche noi vogliamo costruire la nostra “yurta zodiaco”, una grande tenda centrale (alta sette metri) circondata da altre dodici yurte. Tutto lo spazio sarà utilizzato per eventi in loco e in giro per il mondo, perché il “campo” potrà essere smontato. Le tende realizzate finora sono quattro, quindi c’è ancora tanto lavoro da fare.”

TendaLaboratorio
Le yurte sono costruite con materiale locale reperito nei dodici ettari di terreno circostante. Per tutte le tende viene utilizzato il frassino. Il legno è lavorato in maniera artigianale e sostenibile.
“I rami vengono spellati, inseriti all’interno di un tubo che genera vapore e quindi sono pronti per essere lavorati e piegati.”

NitsanNella realizzazione delle tende, ma anche in tutte le altre attività, Nitsan è aiutato dai suoi soci e da diversi volontari.
“Ci arrivano molte richieste attraverso il nostro sito web, si tratta di una specie di WWOOF: diamo ai ragazzi vitto e alloggio e loro ci aiutano nelle attività quotidiane. Vengono da tutto il mondo e solitamente si fermano per un paio di settimane, molti di loro vorrebbero restare qui per sempre, perché si innamorano del posto e del suo stile di vita.”
Heartland
Attraverso le yurte, “Heartland” vuole promuovere una nuova esperienza di campeggio: vivere nelle tende e a stretto contatto con la natura per ricreare la magia della vita tribale.
Heartland
L’associazione in questa fase è focalizzata sugli eventi, più che sulla semplice accoglienza.
“L’ultimo è stato “Spring in the wood”, la scorsa primavera. Durante gli eventi ci sono lavori olistici, momenti di raccoglimento, meditazione e lavoro collettivo. Solitamente i partecipanti sono una quindicina, vengono dall’estero e aderiscono all’iniziativa sul portale on line.”

Heartland
Insieme alle yurte, c’è anche il progetto legato all’agricoltura biologica.
“Nell’area sono presenti meli, ciliegi, ulivi e vorrei tornare a coltivare questa terra, abbandonata per tanto tempo, in regime di agricoltura biologica. Ho già cominciato con il recupero dei grani antichi, il farro, l’orzo, un piccolo orto.”

Yurta
L’obiettivo di Nitsan, e dei suoi soci, è quello di sviluppare una rete di turismo lento, integrato e soprattutto sostenibile.
“Sto cercando di mettere su una rete di persone; per esempio collaboro con alcuni ragazzi di Teramo che stanno progettando un eco – villaggio, mentre sul fronte agricoltura  biologica mi confronto con una comunità “neo-rural” di Tufillo.”

Tenda sudatoria
Quello di “Heartland” è un progetto ambizioso, apripista per il turismo sostenibile in Abruzzo e, come afferma Nitsan, dimostrazione che: “C’è chi lascia questo territorio, ma anche chi arriva, ci scommette e crede nel potenziale turistico di questa regione.”

[Crediti | Immagini: foto di Torricella Peligna di Antonino Antrilli, le altre immagini sono di Carmelita Cianci, Heartland]

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